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Fleming Tor di Quinto / Via della Stazione di Tor di Quinto

A Tor di Quinto fiori per Giovanna Reggiani: "Sua morte monito inascoltato"

La commemorazione a undici anni dal delitto, ricordata anche Desirèe Mariottini: "Mai più cattedrali nel degrado contornate da illegalità e morte"

Una corona di fiori per Giovanna Reggiani: la 47enne aggredita, violentata e uccisa il 30 ottobre del 2007 nei pressi della stazione di Tor di Quinto. 

L'omicidio di Giovanna Reggiani

La donna, moglie di un capitano di vascello della Marina Militare, stava tornando a casa dopo un pomeriggio di shopping in centro quando, tra l'oscurità della strada e la pioggia di quel giorno, venne aggredita e trascinata in una baracca vicina al vecchio campo nomadi prima di essere violentata e poi gettata in fin di vita in una scarpata limitrofa. 

Seguirono ore di agonia, poi la morte. Ad ucciderla Romulus Nicolae Mailat, un muratore romeno allora 24 enne: ergastolo, da scontare in Romania, la pena inflitta all'assassino. 

La cerimonia di commemorazione 

Una cerimonia di commemorazione silenziosa e composta alla quale hanno partecipato alcuni esponenti del centrodestra romano, tra cui l'ex sindaco Gianni Alemanno, e, in rappresentanza del territorio, il presidente del Municipio XV, Stefano Simonelli. 

"Mai più", il consueto messaggio sulla corona floreale deposta lungo la via che dalla fermata della Ferrovia Roma Nord porta alla rotonda di Camposampiero. 

La stazione Tor di Quinto a undici anni dall'omicidio Reggiani

Trecento metri di strada nel nulla, divorati dalla vegetazione selvaggia e ben poco frequentati se non dall'esiguo numero di fruitori della stazione di Tor di Quinto. Un viottolo stretto tra i campi incolti dove a infondere un po' di coraggio, oltre alla ritrovata illuminazione, ci sono solo le due colonnine SOS e la telecamere di videosorveglianza arrivate insieme alla nuova stazione inaugurata nel 2009.

La stazione Tor di Quinto fa ancora paura

Sparita invece, dopo anni di giri senza passeggeri, la navetta 332 che connetteva la stazione alla Caserma Salvo D'Acquisto e ai vicini alloggi militari. Inesistente un parcheggio in grado di rendere la stazione, lungo la Flaminia e a due passi dal Fleming, punto di riferimento sulla tratta Roma Nord; ancora un miraggio il progetto che vede Tor di Quinto nodo di scambio in previsione dell'agognata chiusura dell'anello ferroviario. 

Così stazione Tor di Quinto, per quanto utile a militari e lavoratori del borgo artigiano, resta disagevole e isolata: una vera e propria cattedrale nel deserto.

Non troppo diversa da quella del 2007, tragico teatro del delitto Reggiani. 

Nel 2007 l'omicidio Reggiani: dopo undici anni stazione Tor di Quinto fa ancora paura

"Morte Reggiani monito inascoltato"

“A undici anni dalla tragedia di Tor di Quinto tutto sembra tornato come prima. Le colonnine SOS sono immerse nella selva che é tornata ad essere oscura ed inaccessibile come tutto attorno alla stazione di Tor di Quinto. Questo degrado viene tollerato ed accettato come fisiologico in ogni parte della città. La conseguenza è che in molti luoghi degradati della Capitale si possa di nuovo essere aggrediti, stuprati ed uccisi da persone che ieri come oggi non dovevano trovarsi in quel posto" - hanno commentato a margine Gianni Alemanno, Fabrizio Ghera, capogruppo di FdI in Regione Lazio e Giorgio Mori, consigliere FdI nel XV Municipio sottolineando gli "effetti devastanti" del "cocktail degrado-illegalitá-flussi incontrollati". 

"La morte di Giovanni Reggiani è stata un monito rimasto inascoltato, creando le premesse per una nuova tragedia che ha visto come vittima la piccola Desirée Mariottini"- sostengono  i tre che con la corona di fiori di Tor di Qunto hanno voluto ricordare anche la 16enne seviziata e deceduta in un palazzo occupato di San Lorenzo chiedendo alle istituzioni di non lasciare più "intere aree della città fuori dal controllo dello Stato”. 

"La politica progressista fondata su modelli culturali di 'tollerenza estrema' e 'multiculturalismo incontrollato' - hanno concluso - costruisce vere e proprie 'cattedrali nel degrado' contornate da illegalità e morte".
 

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