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La Storta La Storta / Via Cassia, 1622

Dalla gentilezza alla discordia, chiuso il Muro de La Storta: "Orgogliosi di aver ripristinato decoro"

Il consigliere del M5s, Francesco Ardu, risponde alle accuse dell'ex minisindaco Torquati: "Idea lodevole ma senza progettualità e monitoraggio: lacune pesavano su collettività"

Il Municipio XV ha deciso di chiudere l'esperienza de Il Muro della Gentilezza, sorto nel marzo scorso ad opera degli studenti della Marymount International School, con il patrocinio del Municipio XV, su una delle pareti esterne dell'ex Dazio a La Storta. 

Un'esperienza solidale che ben presto però - a causa di inciviltà, trasgressione delle regole e scarsi controlli - si è trasformata, nonostante gli sforzi di amministrazione e volontari, in una vera e propria discarica sul ciglio della via Cassia. 

Pochi giorni fa i nastri e il cartello dell'Assessorato all'Ambiente del Qundicesimo che hanno di fatto posto fine allo sversamento incontrollato di vestiario e pure suppellettili. 

"Per mancanza di gestione del Muro della Gentilezza si consiglia di non conferire più in questo sito indumenti usati o qualsiasi altra cosa" - è scritto sul manifestino affisso dell'ex Dazio. Motivazioni che hanno spinto l'ex minisindaco Torquati, uno dei sostenitori del Muro, ad una dura  critica nei confronti del Municipio XV: "La politica decide di dire No piuttosto che prendersi la responsabilità di risolvere ed educare. Un cartello, una rinuncia, una sconfitta e una pessima considerazione della cittadinanza. L'abbiamo data vinta ai prepotenti e agli incivili" - ha scritto il capogruppo del Pd. 

Critiche e osservazioni prontamente respinte al mittente dal consigliere del M5s in via Flaminia 872, Francesco Ardu, tra i primi a rivendicare con orgoglio la scelta dell'amministrazione del Quindicesimo su quella parete de La Storta. 

"Il Muro della Gentilezza era stato ribattezzato in poco tempo da tutti i residenti de La Storta 'muro del pianto' per via del degrado che lo stesso aveva generato. Lo abbiamo tolto. Punto. Ora siamo accusati di essere quelli del No, quelli che non riescono a trovare soluzioni, ma la verità è ben altra" - scrive il pentastellato accusando l'iniziativa dell'ex Giunta di mancanza di progettualità. 

"E’ facile, molto facile, fare le cose così tanto per farle, senza una progettualità, senza aver predisposto un piano di manutenzione, accollando alla collettività le conseguenze di queste lacune. Nel caso specifico - ha scritto Ardu in un post su Facebook - è stata presa un’iniziativa lodevole, il dress-sharing: approvandolo però senza prevedere chi dovesse provvedere a monitorare alle operazioni. Per di più - ha sottolineato il consigliere grillino - su un muretto e non all’interno di un edificio esponendo i vestiti alle intemperie e agli ormai innumerevoli rovistatori, lasciando prendere cose utili e lasciando solo spazzatura. Sia chiaro - ha concluso Ardu - sono fiero di aver riportato un po’ di decoro nel mio quartiere, evidentemente qualcun altro no". 

Dunque da Muro della Gentilezza a muro della discordia: e chissà se quest'esperienza, unica a Roma, troverà magari in futuro nuova collocazione e una miglior gestione. 
 

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