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RomaNord Flaminio / Piazzale di Ponte Milvio

Municipio XV, il feudo del centrodestra non esiste più. Tiene il Pd, triplica il M5s

A Roma Nord sarà ballottaggio tra il minisindaco uscente, Daniele Torquati, e il candidato pentastellato Stefano Simonelli

Il centrodestra, dopo la sconfitta nelle amministrative del 2013, saluta definitivamente il suo feudo: per la presidenza del Municipio XV sarà infatti ballottaggio tra il minisindaco uscente, Daniele Torquati, e il candidato presidente del M5s, Stefano Simonelli. 

Giuseppe Mocci, ex esponente della Giunta Giacomini e in quest'occasione candidato alla massima poltrona di via Flaminia con la Lista Marchini, si ferma al 20,09% dei voti; la sua ex collega di scranno Isabella Foglietta, candidata presidente per Fratelli d'Italia, al 19,59%.

Percentuali singole molto lontane da quelle della coalizione che nel 2013 portò il candidato del centrodestra, Gianni Giacomini, a quell'illusorio 45,22% poi ribaltato da Daniele Torquati al ballottaggio.

Da registrare però la crescita, più di un raddoppio, di FdI che dai 3830 voti del 2013 passa agli 8329 raccolti nelle urne di ieri. La Lista Marchini, oggi contenitore politico di quel centrodestra che fu, passa dal 5,72% al 9,93% con circa 3mila voti in più al simbolo del cuore rispetto a tre anni fa.

A livello municipale stabile l'elettorato del PD con 12mila voti circa e una percentuale che, scrutinate tutte le sezioni,si assesta al 20,93%. Tre anni fa era il 19,9.  

A fare incetta di voti e presentarsi come primo partito del Roma Nord è il Movimento 5 Stelle che dalle 4817 preferenze delle amministrative del 2013 passa a oltre 14mila voti: la percentuale balza dal 9,48% al 23,78. 

Il centrodestra così frammentato, al governo dell'allora Ventesima Circoscrizione per oltre vent'anni, dice dunque, e forse definitivamente, addio ad uno dei suoi territori "sicuri": tra due settimane il Quindicesimo conoscerà infatti l'esito di questa maratona amministrativa con Simonelli e Torquati a dover lavorare ai fianchi di indecisi, astenuti e forse anche, per quanto riguarda il Democratico, di un elettorato per tradizione ostile. 
 

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