rotate-mobile
Prima Porta Prima Porta / Via Tenuta Piccirilli

Campo rom a Roma Nord: da Cesano alla Tiberina si compatta il fronte del No

Mobilitazione contro la baraccopoli istituzionale prevista in Municipio XV, al via la petizione: "Fermiamo il campo rom". Silenzio dai 5s di via Flaminia. "Dicano No alla Sindaca o sarà sollevazione popolare"

Tutti uniti per dire 'No' al campo rom che dovrebbe sorgere a Roma Nord: un'area attrezzata in cui accogliere le 120 famiglie attualmente ospiti del River, struttura di via Tenuta Piccirilli che sembra destinata alla chiusura, contro la quale cresce il fronte dei contrari

La recente conferma del bando da parte del Campidoglio, dopo la sospensione in autotutela del dicembre scorso, per gli abitanti del Municipio XV è stata una doccia gelata e così da Cesano alla Tiberina le varie realtà del territorio si sono unite per dire che li, a Roma Nord, il campo rom non s'ha da fare e che anzi anche il Camping River andrebbe chiuso e superato liberando un'area, quella di Tenuta Piccirilli dove i residenti attendono ancora i servizi essenziali, di un carico divenuto ormai insostenibile. 

Da ieri è stata avviata la raccolta firme: una petizione "per opporsi alla nuova costruzione di un campo nomadi in Municipio XV e relativo stanziamento di fondi" - si legge sui fogli che circolano da La Storta a Labaro passando per la Cassia e Prima Porta. A supporto del movimento anche un gruppo facebook dedicato "Fermiamo il campo rom, Roma Nord unita" che in poche ore di vita ha già superato i mille e cinquecento membri. 

"La nostra protesta nasce dalla volontà di bloccare il campo rom: per questo scopo abbiamo deciso di unire tutti i cittadini di Roma Nord per uscire dall'anonimato e far si che davvero quanto chiede il territorio, per questo più saremo e più varremo, venga preso in considerazione dalle istituzioni. Non è che non vogliamo il campo rom nel nostro territorio: vorremmo che non ve ne fossero più da nessuna parte e per questo siamo già in contatto con altre realtà romane, pronti a dar battaglia non solo in XV ma in tutta la città" - ha spiegato a RomaToday, Andrea Bova, uno dei promotori della mobilitazione. 

"Il nostro è un gruppo di scopo: abbiamo pensato che non potevamo rimanere inerti davanti al torto che stiamo subendo: ci aspettiamo che il bando venga ritirato e le risorse destinate altrove, non di certo ad un'integrazione che non sembra possibile proprio perchè - sostiene Enrico Ingami, referente per la Cassia - loro (i rom ndr.) non vogliono integrarsi".

L'auspicio che arriva dal fronte del No è che il Municipio XV che a luglio chiese alla Sindaca Raggi, tramite un voto unanime del Consiglio, di ritirare il bando confermi questa volontà: "Purtroppo però - sostiene Ingami - con questo Municipio è impossibile dialogare: dovranno scegliere se porsi contro la scelta della Sindaca e della loro maggioranza in Campidoglio, e noi li difenderemo dagli attacchi del fuoco amico che riceveranno, o fare la parte dei rifarditi rischiando la sollevazione popolare".

 Intanto da via Flaminia 872, in attesa della convocazione del Consiglio straordinario chiesto dalle opposizioni e che potrebbe tenersi i primi di marzo alla presenza dell'assessora Baldassare, sulla questione prosegue la linea del silenzio e del 'no comment'. 

Tra i quartieri più interessati dall'esito di questa vicenda quello di Prima Porta ed in particolare del quadrante Tiberina: il campo rom infatti - in virtù dei requisiti relativi alla garanzia della continuità della vita sociale della famiglie del River - potrebbe rimanere proprio li dov'è, con il bando a "normalizzare" la situazione e superare le procedure di affidamento diretto fin qui utilizzate

"Per noi questa opzione rappresenterebbe il disastro più totale" - dicono i residenti di Tenuta Piccirilli che, immersi in un kilometro di strada senza alcun servizio essenziale come fogne, gas e acqua corrente, da anni convivono con la presenza del Camping River denunciando a più riprese auto sfreccianti sul rettilineo, mendicità infantile, cumuli di spazzatura e dispetti vari. 

"Il vero problema qui è sempre il mancato rispetto delle regole e l'assenza di qualcuno che le renda davvero effettive e seguite da tutta la comunità del River: dentro si dice sia uno dei campi più ligi, ma fuori non si può sostenere altrettanto. Prendersela con i rom non serve a nulla, piuttosto - prosegue uno dei residenti di Tenuta Piccirilli - occorre che chi guadagna con questo tipo di attività si ponga il problema di garantire decoro, rispetto della legalità e delle regole: tutto fondamentale per una convivenza, che speriamo finisca presto, ma che al momento vorremmo che fosse senza ulteriori disagi in una zona che - tra assenza di servizi, abbandono e prostituzione - già soffre di suo". 

"La revoca o annullamento della gara comporterebbe le dimissioni dalla struttura privata ospitante,entro il termine ultimo del 30 giugno 2017, di circa n. 420 persone (di cui più della metà minori: persone in condizioni di fragilità e senza alternativa abitativa, che si vedrebbero bruscamente private dell’alloggio e di forme di protezione sociale, con possibili ripercussioni sulla sicurezza pubblica" - aveva scritto il Campidoglio giustificando la conferma e del bando.

Parole che lasciano davvero poco margine di dialogo e speranze quasi vane di vedere il River chiuso e nessuna nuova baraccopoli istituzionale - seppur provvisoria, così si narra - a Roma Nord. Intanto però da Cesano alla Tiberina il fronte del No si compatta e lancia la mobilitazione: "Fermiamo il campo rom" - non solo uno slogan ma uno scopo che le varie realtà aderenti sperano di raggiungere. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Campo rom a Roma Nord: da Cesano alla Tiberina si compatta il fronte del No

RomaToday è in caricamento