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Al River sgombero sospeso, Tiberina in subbuglio: "A rischio salute pubblica"

Il Comitato dei residenti reclama misure adeguate: "Scarichi in tilt e pericolo inquinamento Tevere, anche nostri diritti vanno tutelati"

Al Camping River sgombero sospeso fino al 27 luglio. Lo ha deciso la Corte Europea per i Diritti dell'Uomo che, attraverso l'adozione di una misura d'emergenza, ha ordinato al Governo italiano di non procedere allo sgombero del campo rom di via della Tenuta Piccirilli: operazione programmata 48 ore dopo la notifica agli abitanti dell’ordinanza del 13 luglio firmata dalla sindaca Virginia Raggi.

Così le circa 300 persone ancora nell'area del campo, quello che il Campidoglio ha dismesso il 30 giugno distruggendo e portando via i moduli abitativi di sua proprietà, sono rimaste li: in un terreno a due passi dal Tevere, senza più alcun servizio. 

Camping River: una baraccopoli in condizioni igieniche precarie

Una vera e propria baraccopoli abusiva sotto le finestre dei residenti di Tenuta Piccirilli, preoccupati in particolar modo per le condizioni igienico sanitarie di un insediamento che da un mese è sempre più terra di nessuno

"Gravi mancanze igienico sanitarie non compatibili con la presenza del campo" - si legge nell'ordinanza della Sindaca Raggi che ha ordinato lo sgombero per "salvaguardare la tutela della salute pubblica", oltre che "evitare il rischio di danno ambientale con inquinamento del Tevere". 

Tutto, al momento, rimandato: senza adeguate soluzioni alloggiative alternative i rom rimangono li. All'addiaccio, senza acqua, fogne o elettricità. 

River, la Corte Europea ferma Raggi: "Sgombero sospeso, indichi misure alloggiative previste"

Condizioni che allarmano i residenti della piccola traversa di via Tiberina, da oltre un decennio alle prese con il Camping River: un tempo fiore all'occhiello dei "villaggi della solidarietà" della Capitale e oggi emblema di un Piano Rom naufragato tra false speranze e caos. 

"Dal 1 luglio 2018 al River sono state interrotte le utenze e l’ordinanza di sgombero si è resa necessaria per il progressivo aggravarsi delle condizioni igienico sanitarie dell’insediamento, composto da oltre 230 persone, e quindi per la tutela della salute pubblica degli occupanti e non per ultimi dei cittadini che vivono nelle zone circostanti" - scrive il Comitato di via Tiberina ricordando come li vi sia anche il concreto rischio di inquinamento ambientale della zona e del Tevere "che potrebbe essere causato dal malfunzionamento degli scarichi dei reflui, come asserito da ASL Roma 1 e dall’Agenzia Regionale Arpa". 

Da qui la preoccupazione degli abitanti della zona che, dopo aver chiesto maggior sicurezza e soluzioni concrete per il superamento del campo, reclamano misure adeguate per scongiurare eventuali rischi per la salute. 

I residenti della Tiberina: "Anche nostri diritti vanno tutelati"

"Esigiamo la soluzione di questa problematica, instauratasi da oltre 20 giorni, che mette a repentaglio la salute pubblica di chi non ha avuto alcuna libertà di scelta avendo come unica colpa quelle di essere residente nelle zone limitrofe il rischio. E come sancito dall’art.32 della Costituzione, non è quello alla salute un diritto fondamentale dell’individuo? Che si tutelino i diritti di tutti è giusto - scrive il Comitato - ma che non si dimentichino quelli dei residenti". 
 

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