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Venerdì, 19 Aprile 2024
Prima Porta Prima Porta / Via Tenuta Piccirilli

Campo rom, prostitute e niente servizi. Il dramma della Tiberina: "Vivere così è insopportabile"

Lettera del neonato Comitato di via Tiberina a Campidoglio e Municipio XV: "Viviamo senza acqua, fogne e gas ma con discariche e baraccopoli: è tempo di riaprire il dialogo e fare qualcosa"

Appena un chilometro di strada stretta tra la via Tiberina e il Tevere, un rettilineo traversa della provinciale sul quale vivono circa 150 residenti in assenza di ogni tipo di servizio e con l'autobus, lo 020, arrivato solo qualche mese fa. Già perchè agli abitanti di via Tenuta Piccirilli, 3km da Prima Porta ma nel concreto un altro mondo, manca davvero tutto: niente gas, niente acqua corrente e niente fogne. Opere di urbanizzazione che, nonostante siano già finanziate, da anni sono un miraggio.

Che dire poi di discariche a cielo aperto disseminate ovunque e quel fenomeno della prostituzione che attanaglia la Tiberina anche in pieno giorno. Un contesto davvero difficile, aggravato pure dalla presenza del Camping River, villaggio della solidarietà in cui vivono circa 120 famiglie rom, posto proprio all'estremità di via Tenuta Piccirilli, sugli argini del Tevere e in un'area che è "cassa di espansione" per le piene del fiume. 

Una struttura, quella del River, destinata a chiudere nel giugno prossimo ma che, con il nuovo bando di Roma Capitale per il reperimento di un'area attrezzata in cui ospitare proprio i 450 rom di Tenuta Piccirilli, potrebbe rimanere li: prorogata e aperta chissà ancora per quanto. 

Un'ipotesi che non piace ai residenti che da anni sopportano un peso così grande in un contesto assai precario: una tematica cittadina di cui quel chilometro di abbandono e "arretratezza" si è fatto carico senza aver mai ricevuto nulla in cambio in termini di attenzioni e servizi. 

Ma il quadrante della Tiberina, con Borgo Sant'Isidoro e gli agglomerati che sorgono proprio sulla strada, non ci sta e ha deciso di unire le forze delle realtà che lo compongono per dar vita ad un Comitato che recuperi il dialogo perduto con le amministrazioni. 

"Ovviamente la leva che ha stimolato la nostra iniziativa è legata principalmente al forte impatto della presenza del River con un tessuto molto fragile sotto il profilo sociale e territoriale. Ma non solo: le nostre zone attendono da anni il completamento dei lavori per la realizzazione della rete fognaria e della rete idrica. Sono assenti il gas e i servizi basilari. Ciò che invece non manca sono le tante discariche a cielo aperto. Lungo la Tiberina, ogni giorno, stazionano decine di ragazze di nazionalità straniera che si prostituiscono e solo pochi mesi fa una di loro ha perso la vita mentre attraversava la strada, perché a causa dell’alta velocità la Tiberina è anche pericolosa" - ha scritto il Comitato di via Tiberina in una lettera inviata a Municipio XV e Campidoglio. 

Un "concentrato di problemi" al quale i residenti hanno deciso di dire basta: "Così - scrivono - non è più possibile andare avanti". 

Fenomeni di illegalità diffusa, problemi di sicurezza, un ambiente fortemente degradato: questo quanto lamentano dalla Tiberina e da Tenuta Piccirilli dove le case, "frutto di sacrifici incredibili", non hanno più mercato. 

"Vivere in queste condizioni è diventato insopportabile. Sono oltre 10 anni che, in condizioni di forte precarietà, i residenti della Tiberina e di Prima Porta si fanno carico di un problema di rango cittadino. Questo per noi non è più sostenibile, non potete chiederci altri sforzi" - ha scritto il Comitato al minsindaco Simonelli e all'assessora Baldassarre in occasione del Consiglio straordinario del Quindicesimo sul campo rom. 

Data certa sulla chiusura del River e un cronoprogramma per arrivarvi; l’istituzione di un osservatorio sul campo rom con Dipartimento del Sociale, Municipio, forze dell’ordine, Asl, Ama e una rappresentanza del Comitato e dei residenti del villaggio oltre ad un tavolo interdipartimentale che affronti con efficacia i tanti temi aperti nei quartieri di Prima Porta e Tiberina. Questo quanto chiesto con forza e convinzione dalla Tiberina alle istituzioni: "Non è tollerabile - ha incalzato il Comitato - che in una situazione del genere Comune, Municipio e Acea spariscano lasciando incompleti i lavori per acqua e fogne". 

Dei tre punti il parlamentino di via Flaminia, in una discussione che si è concentrata esclusivamente sul tema del nuovo o "prorogato" campo rom, ha recepito e approvato - ponendolo nero su bianco - solo quello relativo all'Osservatorio che però, mettono in guardia dalla Tiberina, non dovrà solo essere istituito ma dovrà risultare utile allo scopo primario di chiudere, questa volta per sempre e senza rimandi, il River. 

Sulla road map per veder sparire i moduli di segregazione in  quella baraccopoli istituzionale ai margini di Prima Porta e sulle opere di urbanizzazione bisognerà però lavorarci: "Riteniamo che solo attorno ad un impegno sincero su questi tre punti che sia possibile superare le diffidenze e ristabilire un rapporto di normalità tra cittadini e amministrazione" - il pensiero della Tiberina che, attanagliata dalle problematiche, non mancherà di far sentire la propria voce. 
 

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