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Cassia Labaro

Labaro e la "Casa Lazio" nella pineta: lavori al via tra le proteste

In un'area del Parco di Colli d'Oro nascerà il nuovo centro sportivo della SS Lazio Pallavolo. Cittadini infuriati: "Il progetto va fermato". L'architetto Gnozzi, direttore dei lavori: "Notizie infondate, il parco resterà a disposizione di tutti". Botta e risposta Legambiente-Lazio Volley

Il nuovo centro sportivo della Lazio Volley nascerà nell'area di Labaro, quartiere a nord di Roma nel municipio XX, nel Parco di Colli d'Oro. L'impianto prevede un palazzetto con 1100 posti per gli spettatori, tre palestre, un volume adiacente per i servizi amministrativi e il ristoro, un edificio da destinarsi a spogliatoi per le attività natatorie e un volume che al piano di copertura ospiterà due piscine che verranno ricoperte stagionalmente. "Nel rispetto dell' area in cui verrà collocato, saranno garantite le strutture a servizio del parco stesso, favorendo anche la sicurezza per i fruitori", si legge sul sito dello studio Gnozzi, vincitore del bando datato 20 settembre 2006.

Si chiamerà "Casa Lazio Bob Lovati", per ricordare lo storico portiere e poi dirigente biancoceleste Roberto Lovati detto Bob, morto nel marzo 2011. L'area del cantiere è già stata recintata, e i cittadini della zona hanno fatto una levata di scudi contro "una colata di cemento - dicono - che rischia di distruggere uno dei pochi spazi verdi rimasti a Roma nord".

IL "NO" DEI RESIDENTI - "Stiamo facendo una petizione - racconta Veronica, residente in zona - e abbiamo già raccolto tante firme. Ci sono altre zone all'interno del Parco di Labaro, anche più grandi, ma abbandonate e senza alberi, nelle quali la struttura potrebbe essere realizzata. E allora perché - continua - fare l'impianto sportivo proprio nella zona della storica pineta di Colli d'Oro?". Sulla pagina Facebook "Salviamo il Parco di Colli d'Oro", nata per sostenere la battaglia intrapresa dai residenti del quartiere, si legge che "per costruire una struttura, si vuole privare i cittadini di un polmone verde fondamentale anche come luogo di socializzazione". "I cittadini di Labaro non sono mai stati informati del progetto - continuano - che comporterebbe l'abbattimento di decine e decine di alberi: pini, tigli, cipressi, lecci".

IL PROGETTISTA E DIRETTORE DEI LAVORI - L'architetto Bruno Gnozzi, progettista e direttore dei lavori, lamenta "le tante notizie infondate riportate su alcuni quotidiani". Nei giorni scorsi, anche Legambiente Lazio aveva affrontato la questione, denunciando "l'espianto di più di 100 grandi pini marittimi nel Parco del Labaro" e sostenendo la mobilitazione dei residenti per contrastare "una sciagurata cementificazione". "E' tutto falso - dichiara l'architetto Gnozzi - perché nella valutazione di impatto ambientale si parla dell'espianto di 130 arbusti, non certo alberi. In tutto, nell'area di intervento sono circa 49 le piante da togliere o da espiantare e ricollocare nelle vicinanze: si tratta in parte di alberi secchi, in parte di alberi che non hanno particolare interesse botanico".

Alcuni residenti avevano parlato di alberi verniciati di rosso, probabilmente destinati all'abbattimento. "Gli alberi non li abbiamo verniciati noi - risponde l'architetto Gnozzi - né la Forestale, né l'ufficio giardini. Non so chi possa esser stato e perché lo abbia fatto, so solo che qualcuno ha divelto la recinzione del cantiere...". L'area che occuperà l'impianto è di circa 5600 metri quadrati ("e non di 50 mila metri quadrati come è stato erroneamente scritto", dice Gnozzi), mentre "l'area del parcheggio occuperà una superficie di 12 mila metri quadrati, con una sola strada asfaltata, dove precedentemente c'era un canneto". "Sono disposto a incontrare i cittadini - conclude Gnozzi - per spiegare bene il progetto evitando le falsità che si sentono in giro. Una cosa è certa: l'impianto sarà pubblico e comunale, e potrà coinvolgere anche il territorio e le scuole, mentre il parco resterà a disposizione dei cittadini".

LEGAMBIENTE LAZIO E LAZIO VOLLEY - "Tiberina, Tiberina, il dottor Lotito si avvicina", dichiara Mauro Veronesi, responsabile territorio di Legambiente Lazio. Ma cosa c'entra Lotito? Secondo quanto affermato da Legambiente Lazio, "il progetto previsto nel Parco del Labaro farebbe da 'avamposto' per il progetto dello Stadio delle Aquile che Lotito vorrebbe realizzare poco più in là, in quella stessa direttrice urbanistica, sulla via Tiberina. La SS Lazio colloca infatti un 'pezzo' della propria Polisportiva - continua Legambiente - 'sbiancando' così un 'pezzo' di quanto previsto sulla via Tiberina per la Cittadella dello Sport. Ciò farà sì che Lotito potrà presentare un nuovo progetto, ridimensionato nelle volumetrie rispetto all'iniziale proposta: e poiché il 'motore economico' di tutta l'operazione sono le funzioni residenziali, potrà anche ridimensionare queste funzioni, proprio perché quel 'pezzo' sarà collocato al Parco del Labaro".

Il presidente della SS Lazio Pallavolo, Giorgio D'Arpino, respinge al mittente le accuse: "Casa Lazio sarà un centro sportivo comunale aperto a tutti, con le quote stabilite dal Comune di Roma. Tutto il resto è fantapolitica e polemica strumentale, perché la Lazio calcio non c'entra assolutamente nulla. L'unico legame tra la Lazio Volley e la società di calcio di Lotito - rivendica D'Arpino - è il fatto di far parte delle 47 sezioni autonome della Polisportiva Lazio". E la mobilitazione del quartiere contro il progetto? "Non è vero che il quartiere sia contro: a parte le poche decine di residenti che si oppongono, basta parlare con i commercianti e i cittadini di Labaro per capire quanto questo impianto sia atteso", conclude D'Arpino.

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