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La Storta Via del Casale di San Nicola

Casale San Nicola, si spacca Presidio. Fronte intransigente: "No a resa incondizionata"

Una parte del quartiere che si oppone al centro di accoglienza contraria alla trattativa con la Prefettura: "Proseguiremo nostra battaglia di giustizia sociale". Resta anche Casapound

Cinquantotto i migranti attualmente ospitati nella ex scuola Socrate: fuori dalla struttura le forze dell'ordine, in un piazzale polveroso adiacente il "campo profughi per italiani" con le tende delle famiglie in emergenza abitativa che attendono che qualcosa - anche per loro - si muova.

Qualche chilometro più in la, proprio all'ingresso di Casale San Nicola, il gazebo del Presidio anche oggi animato dai residenti della zona che proprio non ci stanno ad arrendersi all'idea, non tanto che il loro comprensorio possa ospitare dei richiedenti asilo, ma che sia stato aperto un centro di accoglienza "nonostante - dicono - non tutto, come ampiamente dimostrato, fosse così limpido".

Dopo i duri scontri di venerdì scorso tra residenti in siti-in, militanti di Caspound e forze dell'ordine intervenute per scortare il primo pullman con a bordo 19 profughi, il Presidio - in piedi dallo scorso 5 maggio - si è spaccato: da una parte coloro che hanno scelto la via morbida del dialogo con Questura e Prefettura e che hanno dato il benservito ai giovani di via Napoleone III che pure hanno avuto al loro fianco per tre mesi giorno notte; dall'altra il fronte degli intransigenti che dice no  "a quella che è una resa incondizionata".

"Continueremo la nostra protesta e le nostre battaglie di legalità. Ne facciamo come sempre un discorso di giustizia sociale" - ha spiegato Andreia Ruggeri, portavoce di quella parte di abitanti che si è riorganizzata e che punta a mantenere in piedi il presidio.

"Vogliamo esprimere la nostra ferma contrarietà a questa situazione che - ha proseguito - non è di accoglienza ma di business". 

Nel piazzale di Casale San Nicola anche una nutrita rappresentanza di Casapound, un appoggio che il fronte degli intransigenti non intende rinnegare affatto: "Questi ragazzi - ha detto Ruggeri - sono stati con noi, camminando al nostro fianco per 80 giorni. Qualsiasi forza politica lo faccia in modo fattivo e concreto, non solo con le parole, è la benvenuta".

E infatti le 'tartarughe' di via Napoleone III non intendono affatto allontanarsi dal feudo di Roma Nord: "Sosteniamo e supportiamo la popolazione che lotta per difendere il proprio territorio e i propri diritti. Coloro che hanno preso le distanze da noi sono gli stessi he hanno accettato trattativa, del tutto presunta, con il Prefetto: di fatto una resa incondizionata che prevede l'arrivo dei profughi senza alcuna opposizione. Noi - ha detto a RomaToday Davide Di Stefano, dirigente di Cpi - rimaniamo con una buona parte di residenti, quella che non smette di lottare".

Intanto anche questa parte del Presidio chiede garanzie su sicurezza della zona e certezza circa il numero definitivo di migranti nella ex Socrate. Da conoscere poi anche le tempistiche di permanenza dei profughi nel quartiere, "vogliamo almeno sapere - dicono - per quanto tempo il centro di accoglienza sarà attivo".

Domani alle 20 a Casale San Nicola è stata indetta una fiaccolata: qui su questa vicenda infatti nessuno intende abbassare la guardia. 
 

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