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La Storta Via del Casale di San Nicola

Scontri a Casale San Nicola: 14 poliziotti feriti e 2 manifestanti arrestati. Gabrielli: "Andiamo avanti"

I rifugiati, richiedenti asilo, arrivati in pullman scortati dagli agenti di polizia sono riusciti a entrare all'interno della struttura dopo una mattinata ad altissima tensione

Mezz'ora di guerriglia urbana, con cariche e scontri davanti all'ex Socrate, quattordici poliziotti feriti e la rabbia di residenti che da mesi si oppongono al centro di accoglienza. A Casale San Nicola, nel primo pomeriggio, è tornata la calma. Il presidio rimane in allerta, ma i venti rifugiati, richiedenti asilo, arrivati in pullman scortati dagli agenti di polizia sono riusciti a entrare all'interno della struttura, dopo una mattinata ad altissima tensione. 

Dalle prime ore della giornata i blocchi stradali del comitato San Nicola, da mesi in presidio fisso davanti alla struttura, pronto "a incaternarsi" pur di fermare l'arrivo dei profughi. Braccia alzate, l'inno d'Italia urlato dai megafoni, e macchine parcheggiate a fare muro. Accanto ai cittadini gli attivisti di Casapound - "fermeremo l'invasione" - un blindato della polizia, vigili urbani, vigili del fuoco. 

L'aria è tesa fin dai primi minuti. Un'auto esce dal comprensorio, sfonda il blocco del presidio, urta un'anziana che rimane ferita a un ginocchio. Le forze dell'ordine riferiscono di "operazioni di trasferimento dei profughi da subito risultate difficoltose, per l’ingerenza di elementi estremisti che hanno tentato di dissuadere gli ospiti". Poi la trattativa, fallita dopo ore. Per gli agenti un "vano tentativo di dialogo". Per il vicepresidente di Casapound Antonini la richiesta "di un'assemblea domenica sera in modo da permettere a tutti i residenti del quartiere di essere presenti" rispedita al mittente. 

Poi i cordoni dei manifestanti, le spinte, le urla "vergogna", "criminali", "non li vogliamo". I poliziotti avanzano con caschi e manganelli, volano sedie, ombrelloni, balle di fieno prendono fuoco. La tensione è altissima. Gli agenti caricano e tentano di spezzare il blocco umano. Il pullman dei rifugiati avanza poi scortato dalle forze dell'ordine e tra cori di insulti e lanci di bottiglie contro la vettura, riesce a raggiungere la palazzina. "Negli scontri anche donne e anziani che stanno qui a difendere i loro quartieri e le loro case. E' una vergogna" tuona subito Davide Di Stefano, leader del movimento di estrema destra. Un'azione resasi necessaria "per contenere il comportamento dei manifestanti" secondo quanto riferito dalla Questura.  

VIDEO--->SCONTRI DAVANTI ALL'EX SOCRATE

"A seguito di una sassaiola nei confronti delle forze dell’ordine posta in essere dai manifestanti che si oppongono all’ingresso degli stranieri presso il centro, un funzionario di Polizia è rimasto ferito è stato pertanto necessario per le forze in campo indossare i caschi di protezione e aumentare l’uso della forza per contenere il comportamento dei manifestanti che al momento travalica ogni forma di legalità". Sempre dalla Questura arriva il bilancio degli scontri: 14 feriti, 2 arrestati, un denunciato. Ferma condanna dell'accaduto arriva del prefetto Gabrielli - "quello che accaduto questa mattina è un'indecenza" - che fin dai giorni scorsi ha escluso la possibilità di passi indietro sul trasferimento, dal minisindaco Barletta e dell'assessore al Sociale, Francesca Danese.

"Il municipio ha fatto tutto il possibile per impedire che la situazione degenerasse e che in una manifestazione, ormai strumentalizzata politicamente, finissero cittadini impauriti". Così in una nota il presidente del XIV municipio. "Chi soffia sul fuoco della tensione sociale compie un atto profondamente irresponsabile e mette in pericolo i cittadini, seguendo una logica che ha come unico obiettivo la violenza.

Lo Stato, anche attraverso la Prefettura, ha il dovere di difendere i più deboli, sempre e comunque, ed in questo caso non c’è dubbio che i più deboli siano i migranti, uomini e donne che fuggono dalle guerre, fame e povertà. Noi intanto andiamo avanti con il nostro lavoro sul territorio, ogni giorno al fianco di chi è più debole, al fianco delle famiglie e degli anziani dei nostri quartieri, per dare aiuto e assistenza veri e per promuovere integrazione e convivenza pacifica".

A fargli eco anche l'assessore di viale Manzoni. "Di fronte ai gravi episodi di violenza ai quali assistiamo in queste ore, voglio esprimere sincera solidarietà a tutte quelle persone che, scappate da guerre e persecuzioni, oggi sono vittime dell’intolleranza e delle strumentalizzazioni di pochi irresponsabili, che cavalcano tensioni e disagio sociale a fini politici" lo dichiara in una nota.

"La mia solidarietà va anche agli agenti di polizia rimasti feriti negli scontri, al presidente del Municipio XIV Valerio Barletta, e ai residenti del quartiere, anch’essi vittime di chi fomenta odio e discriminazione e non rappresenta in alcun modo la città. Roma, infatti, è una capitale dell’accoglienza. Lo hanno dimostrato le immagini, ancora impresse negli occhi di ciascuno di noi, dei tantissimi cittadini che solo poche settimane fa hanno intrapreso una gara di solidarietà a favore dei profughi della tensostruttura a Tiburtina. Continueremo a fare la nostra parte per rendere il sistema dell’accoglienza sempre più efficiente". 

E a tensioni allentate anche i manifestanti promettono di continuare. Il presidio non molla. "Dobbiamo riordinare le idee, mettere insieme i cocci e elaborare una strategia, perché la nostra protesta non finisce qua". Anche perché i 20 arrivati sono un quinto di quelli promessi. I 60 che restano arriveranno nei prossimi giorni. 

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