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Prima Porta Labaro / Via Offanengo

Accademia pugilistica Renato Costantini: così il ring ha salvato la periferia da spaccio e droga

Nata nel 1986 dal recupero di un garage abbandonato e divenuto ritrovo per tossicodipendenti è oggi un punto di aggregazione sportivo e sociale: dopo oltre 30 anni l’inserimento nell’elenco degli impianti del Comune

Oltre trent’anni. Tanto ci è voluto per inserire l'Accademia pugilistica Renato Costantini di Labaro nell'elenco degli impianti sportivi di proprietà di Roma Capitale. 

L'Accademia pugilistica Renato Costantini

Il riconoscimento per la storica e prestigiosa struttura sportiva che sorge nel cuore delle palazzine popolari di Galline Bianche è arrivato solo con la delibera del 2 aprile 2019: a trentatre anni dalla sua fondazione. 

Eppure la Renato Costantini per quella periferia è da sempre un punto di riferimento solido, un presidio di socialità e aggregazione in un angolo di città che da questo punto di vista offre davvero ben poco. 

Da ex garage ritrovo per tossici a prestigiosa accademia pugilistica

Una storia, quella dell’accademia pugilistica, che affonda le proprie radici sul finire degli anni Ottanta quando tra i palazzoni di Galline Bianche regnavano spaccio e attività criminali. 

Nel garage abbandonato di via Offanengo 68, dove oggi sorge la Renato Costantini, il ritrovo per tossicodipendenti: morte e disagio sociale. Poi le grate per impedire l’accesso nello spazio ex Ater passato al Comune di Roma. 

Fino al 1986 quando Cesare Costantini, ex pugile degli anni 60 e 70, tentò l’impresa: recuperare quel locale decadente e degradato trasformandolo in una prestigiosa accademia pugilistica. Tutto a proprie spese.

Dopo una carriera di successi personali li Cesare ha iniziato ad allenare i suoi ragazzi curandoli nello spirito e nel corpo, portando a casa numerosi trofei e dando luce a campioni di fama nazionale.

Tanti i titoli conquistati dai pugili cresciuti sui ring di Labaro: l’ultimo assai prestigioso quello del vice campione italiano dei pesi supermassimi Antonio Carlesimo. Remo Salvati ha vinto invece la fase regionale per accedere ai campionati assoluti del 2020.  

Renato Costantini, oltre il ring: sport per disabili e anziani

Ma non solo. L’offerta sportiva della Renato Costantini è ampia e rivolta a tutti: competitiva su tante discipline oltre il pugilato.

Altrettanto fiorenti le attività sociali e per il quartiere con i corsi attivati per anziani e disabili, la collaborazione con le scuole e qualche piccolo intervento di manutenzione del verde della zona. 

L’Accademia pugilistica Renato Costantini tra gli impianti sportivi comunali

Dopo trentatre anni e tante richieste inevase, il riconoscimento: l’Accademia pugilistica Renato Costantini è tra gli impianti sportivi comunali. 

“Un valore aggiunto e un riconoscimento alla funzione sportiva e sociale che la nostra struttura svolge in questo quartiere” – ha commentato ai microfoni di RomaToday Renato Costantini

Nel 2016 la completa ristrutturazione di quei mille metri quadri per arginare infiltrazioni, intonaco decadente e i segni di una manutenzione che il pubblico non ha mai effettuato. 

“In questi anni, senza alcun finanziamento pubblico, abbiamo tirato su e fatto crescere uno spazio importante. Lo abbiamo fatto come privati scontrandoci con mille difficoltà: ora, essendo ‘impianto sportivo comunale’ speriamo che le cose migliorino e che anche l’aprirsi ad attività sociali nel quartiere possa essere più semplice”. 

Il M5s del Comune: “Struttura invisibile per 30 anni”

“Non ci crederete ma dovete sapere che fino a meno di un anno fa questa struttura non era presente nell'elenco degli impianti sportivi di proprietà di Roma Capitale. Sì signori, 30 anni non sono stati sufficienti per quelli ‘capaci’ che hanno amministrato Roma prima di noi: sono passati Sindaci, Assessori e Presidenti di Commissione sport e nessuno di loro se n'è accorto” – ha commentato il presidente della Commissione Sport di Roma Capitale, Angelo Diario

“Una struttura con quattro sale, tutte accessibili ai disabili, e con quasi trecento iscritti ai corsi è stata ‘invisibile’ per gli amministratori cittadini. D'altro canto non avevano tempo per impegnarsi nella tutela dello sport di base: gli ‘esperti’ pensavano a costruire Vele di Calatrava. Ecco a cosa serve essere presenti sul territorio, partecipare agli incontri pubblici, ascoltare: in questi tre anni e mezzo – sottolinea Diario - la politica sta riuscendo nella missione ‘impossibile’ di valorizzare il patrimonio sportivo pubblico come mai era accaduto in passato. Approfitto per fare pubblicamente i complimenti ai Costantini, padre e figlio, che nonostante l'assenza delle istituzioni, hanno gestito l'impianto con passione e competenza”. 
 

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