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Prima Porta Via del Labaro

Storia e mito tornano in periferia: la "mummia di Grottarossa" diventa un murale

L'opera di SOLO celebra la storia del sarcofago scoperto negli anni '60

La street art conquista Labaro. Imponente, colorato ed estremamente affascinante è così il grande murale che da qualche giorno accoglie gli automobilisti in entrata nel quartiere periferico del Municipio XV. 

Un'opera d'arte firmata da SOLO, street artist di fama internazionale che sulle pareti al di sotto del Viadotto Giubileo del 2000 ha realizzato "The mummy of the red cave" ossia "la mummia di Grottarossa".

Il progetto GRAArt

Un murale, proprio all'imbocco del Grande Raccordo Anulare, che ha sollevato interrogativi e curiosità. L'opera  rientra in GRAArt, progetto  ideato da David Diavù Vecchiato e realizzato dallo staff di MURo: un'iniziativa di Arte Contemporanea Urbana che ripercorre la storia e il mito di Roma attraverso opere di Urban Art realizzate da artisti provenienti da varie parti del mondo sulle pareti del Gra.

"GRAArt - spiegano i promotori - sottolinea la ricchezza culturale ed artistica della Città Eterna e valorizza le storie di cui si è resa protagonista nei secoli, con l’intento di ricucire uno strappo culturale che c’è tra centro storico monumentale e periferie della Capitale. I murales di GRAArt infatti, dipinti in zone periferiche di Roma, sono indissolubilmente legati a miti, leggende ed aneddoti – spesso poco considerati se non addirittura dimenticati – che interessano memorie ed identità di quelle specifiche aree della città, di cui questi dipinti contemporanei si propongono di divenirne simbolo". 

La mummia di Grottarossa

Così a Labaro, uscita a nord di Roma, la street art celebra la mummia di Grottarossa: un'affascinante aneddoto storico conosciuto da pochi.
 Era il febbraio del 1964 quando, durante alcuni scavi lungo via Cassia, venne alla luce un prezioso sarcofago sepolto a oltre cinque metri di profondità. All'interno il corpo imbalsamato, risalente al II secolo d.C., di una bambina morta all’età di otto anni.

Oltre al corpicino della piccola, oggi conservato al Museo nazionale romano di Palazzo Massimo, anche il suo sfarzoso corredo funerario. Il corpo era infatti avvolto in una pregiata tunica di seta cinese ed era ornato da una collana in oro e zaffiri, due orecchini di filo d'oro e un anello con castone aureo sul quale era incisa una vittoria alata. Accanto alla bimba pure una bambola in avorio, vasetti di ambra rossa e piccoli amuleti. 

Una vera e propria "mummia" di romana eredità: uno dei tanti vanti della storia e della cultura di Roma Nord che GRAArt ha scelto di rappresentare e valorizzare restituendo la sua memoria, per anni troppo spesso ignorata, a tutta la città.  
 

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